Dal “Cantico dei Cantici” della Bibbia a “Il serpente che danza” di Charles Baudelaire, ecco i dieci componimenti dedicati alle donne più belli della letteratura.

Le dieci poesie più emozionanti dedicate all’universo femminile. In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne
Di donne hanno scritto in tanti, poeti, poetesse, scrittori, in epoche diverse e con diverse connotazioni. Numerose sono le poesie che hanno come tema centrale la donna, la sua forza e fragilità, il rapporto con l’altro sesso e con il proprio mondo interiore. In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, abbiamo scelto i dieci (anzi undici) componimenti a nostro parere più belli ed emozionanti.
Cantico
dei cantici
(Bibbia)
Quanto sei bella,
amata mia, quanto sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono come un gregge di capre,
che scendono dal monte Gàlaad.
I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte hanno gemelli,
nessuna di loro è senza figli.
Come nastro di porpora le tue labbra,
la tua bocca è piena di fascino;
come spicchio di melagrana è la tua tempia
dietro il tuo velo.
Tutta bella sei tu,
amata mia,
e in te non vi è difetto.

Io
voglio del ver la mia donna laudare
(Guido Guinizzelli)
Io voglio del ver la
mia donna laudare
Ed assembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.
Verde river’ a lei
rasembro a l’are,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.
Passa per via adorna,
e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ‘l de nostra fé se non la crede,
e no ‘lle po’
apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’om po’ mal pensar fin che la vede.

A
tutte le donne
(Alda Merini)
Fragile, opulenta
donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

Corpo
di donna
(Pablo Neruda)
Corpo di donna,
bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un’arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l’ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d’assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

Alla
sua donna
(Giacomo Leopardi)
Cara beltà che amore
Lunge m’inspiri o nascondendo il viso,
Fuor se nel sonno il core
Ombra diva mi scuoti,
O ne’ campi ove splenda
Più vago il giorno e di natura il riso;
Forse tu l’innocente
Secol beasti che dall’oro ha nome,
Or leve intra la gente
Onima voli? o te la sorte avara
Ch’a noi, t’asconde, agli avvenir prepara?

Donne
appassionate
(Cesare Pavese)
Le ragazze al
crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti, lungo l’acqua remota.
Le ragazze han paura
delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.

Tanto
gentile e tanto onesta pare
(Dante Alighieri)
Tanto gentile e tanto
onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi
laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a
chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua
labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.

Madre Teresa di Calcutta
Tieni sempre presente
che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.
Però ciò che è
importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di
arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei
viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si
arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli
anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!

Sonetto
18
(William Shakespeare)
Dovrò paragonarti ad
un giorno estivo?
Tu sei più amabile e temperato:
cari bocci scossi da vento eversivo
e il nolo estivo presto è consumato.
L’occhio del cielo è
spesso troppo caldo
e la sua faccia sovente s’oscura,
e il Bello al Bello non è sempre saldo,
per caso o per corso della natura.
Ma la tua eterna
Estate mai svanirà,
né perderai la Bellezza ch’ora hai,
né la Morte di averti si vanterà
quando in questi versi
eterni crescerai.
Finché uomo respira o con occhio vedrà,
fin lì vive Poesia che vita a te dà.

Il
serpente che danza
(Charles Baudelaire)
O quant’amo vedere,
cara indolente,
delle tue membra belle,
come tremula stella rilucente,
luccicare la pelle!
Sulla capigliatura tua profonda
dall’acri essenze asprine,
odorosa marea vagabonda
di onde turchine,
come un bastimento che si desta
al vento antelucano
l’anima mia al salpare s’appresta
per un cielo lontano.
I tuoi occhi in cui nulla si rivela
di dolce né d’amaro
son due freddi gioielli, una miscela
d’oro e di duro acciaro.
Quando cammini cadenzatamente
bella nell’espansione,
si direbbe, al vederti, che un serpente
danzi in cima a un bastone.

Danza
per me, nuda
(Invocazione animista
della tradizione Igbo, Africa occidentale)
Negra è la mia
calda voce d’Africa,
terra d’enigmi e frutto di ragione.
Danza per me nuda,
per la gioia del mio sorriso.
Per la bellezza che offre allo sguardo
il tuo seno che nasconde segrete virtù.
Danza per
l’aurea leggenda di notti infinite,
per i tempi nuovi e i secolari ritmi della nostra Africa.
Infinito trionfo di sogni e di stelle,
amante docile alla stretta dei segreti ritmi.
Danza per la
vertigine del brivido dell'amore,
per la magia del Cuore che il mondo esprime.
Danza nuda
perché intorno a me bruciano i miti,
si incendiano i miei sensi, e solo se entrerai in me
il fuoco potrà spegnersi in grandi esplosioni di gioia
nel cielo dei tuoi pensieri.
Danza nuda,
fammi accarezzare i tuoi seni,
fammi abbracciare le tue nudità
deve arde la fiamma verticale dell'Amore.
Sei il viso
dell’iniziato,
che sacrifica la follia ai piedi dell’albero guardiano.
Idea del Tutto.
Sei voce dell’Antico all'assalto delle chimere.
Sei il Verbo che
esplode
in razzi miracolosi sulle rive dell’oblio.
