Con me o Contro di me

Le pillole di Maris Davis

Con me o Contro di me

La storia del genere umano diventa sempre più una gara fra l’istruzione e la catastrofe”. Non so quanto la catastrofe sia vicina, ma se posso contribuire ad allontanarla anche solo un pochino, ci provo.
Astenersi perditempo

Greta, Carola. Con me o contro di me

Il mondo è cambiato il 7 ottobre 2001. Quando George W. Bush, non certo un filosofo illuminato, né statista, né politico, annunciò l’invasione dell’Afghanistan, pronunciò una frase che ci ha contaminato. “Siete con noi, oppure contro di noi”. Quello che intendeva Bush è che dopo l’affronto delle Torri Gemelle, non poteva esistere alcun pensiero intermedio. Il messaggio sottointeso era bruciante: “Se non approvi i nostri bombardamenti, vuol dire che fiancheggi i terroristi

Bush, che prima di decidere di entrare in guerra, si era “consultato” con Dio nella sua chiesetta nel Texas, ha portato di peso l’integralismo della ragione in mezzo alle discussioni di tutti i giorni. Le parole, più che i bombardamenti, hanno raso al suolo il pensiero intermedio. Il ragionamento. Hanno reso i fatti (armi di distruzione di massa?) marginabili, marginali rispetto alle parole gridate. I fatti possono, anzi devono, essere ignorati.

Sono molto colpita dal livore con cui in parecchi, inclusi molti giornalisti (o cosiddetti), si rivolgono a Greta Thunberg.

Anche di fronte a fatti conclamati oggi prevale la scelta di parte. Se non credi al cambiamento climatico, non fai nulla per informarti. Questo atteggiamento produce molto più godimento e successo, scagliarsi arbitrariamente contro l’altro è liberatorio. Questo fenomeno produce ignoranza, credenze popolari, e supporta campagne politiche che portano a sfracelli.

Brexit

Prendete la Brexit. Quelli che l’hanno promossa hanno diffuso con rabbia il concetto secondo cui i migranti minacciavano la sopravvivenza del Regno Unito. Una grande stronzata. Il Regno Unito ha il sistema di frontiere e immigrazione tra i migliori al mondo.

Migranti

Passiamo ai migranti in Italia. Quando espongo dei fatti comprovati, di solito mi becco della “comunista” della “pidiota” e anche molto peggio (dunque risparmiatevi, siete prevedibili e anche poco intelligenti). La logica del con-me-contro-di-me oltre a incattivire vende falsi idoli. L’idea che l’Italia sia “il campo profughi d’Europa” è una bufala gigante. In Grecia nel 2019 sono arrivati 19mila profughi. In Spagna 15mila. Da noi poco meno di 6mila. Quelli portati dalle “pericolosissime” ONG? Meno di 600. Non si riempie neppure una chiesa.

Eppure vi raccontano che la Capitana Carola è peggio di Osama Bin Laden. Leggendo commenti anche di persone sulla carta educate, è evidente che la strada intrapresa è pessima. I migranti in Italia sono un problema? Certo, non sono stupida. Ma è una questione umanitaria e di politica internazionale, non certo sociale. L’Europa ci gioca, questo è certo, ma seimila profughi per un Paese di 60 milioni non sono nulla. Ma socialmente, nella vita di tutti i giorni, peggio sono i 109 miliardi di evasione endemica. Quello si che richiederebbe campagne feroci.

Giornalisti faziosi. A leggerre certi titoloni di giornali chiaramente schierati, contro Greta, contro Carola. Roba da far rizzare i capelli, spazzatura e basta

A me sembra che l’unica via d’uscita è quella di scappare adesso, subito, da questo pericoloso laccio. Giorni fa una stimata giornalista che lavora a Rai2 sbeffeggiava i giovani scesi in piazza a protestare sul cambiamento climatico, dicendo che appena finito s’infilavano tutti a mangiare da McDonalds, smentendo così la loro stessa missione sanatrice del pianeta. Il messaggio implicito? Sono manipolati e in fondo solo dei buffoni. Greta è in mano a qualche oscura lobby politica e, naturalmente, il cambiamento climatico non è un’urgenza come vogliono farti credere.

È deludente che chi lavora nell’informazione, certo non è lei, quella giornalista di Rai2, la sola, si presti a una logica così banale e anche un po’ rozza. Da bar, per così dire. Di certo aiuta a far crescere consensi, ma sono consensi, mi si perdoni, poco evoluti. Se andiamo avanti a colpi di slogan, finiremo vittime di un algoritmo.

Greta Thunberg

Personalmente non ho sentimenti particolari nei confronti di Greta Thunberg. Anzi, posso dire che sono poco interessata al fenomeno. Il cambiamento climatico è un fatto piuttosto concreto e assodato. Già dodici anni fa diversi scienziati ed esperti molto qualificati andavano dicendo che risulta chiaro che il pianeta ha qualche problemino.

Forse per salvarlo non servirà smettere di mangiare carne, ma qualcosa va fatto. Vi sono luoghi del mondo (purtroppo non abbastanza vicini alla Rai o alle sedi di molte sedi di giornali) in cui già adesso si muore (o si emigra) a causa del cambio climatico.

In Marocco dove migliaia di berberi dovranno abbandonare il deserto perché le temperature sono cresciute di 4° negli ultimi 40 anni e le tempeste di sabbia ricoprono villaggi interi. Roba vera. O nell'Africa Sub-Sahariana, nelle zone che adesso vengono chiamate savana, dove il deserto avanza mangiandosi ogni anno decine di chilometri quadrati di terre adesso dedicate all'agricoltura o all'allevamento. Dove migreranno? Saliranno a bordo di una ONG capitanata da Carola? Faranno guadagnare voti a Salvini? Anche a tutto questo non sono particolarmente interessata.

Quello che mi piacerebbe sapere e di cui vorrei discutere con educazione, è cosa pensiamo di fare con quel 30% di umanità che non ha accesso all’acqua? Con lo scioglimento preoccupante dei ghiacciai? Con la distruzione sistematica delle foreste? Con la scomparsa dei coralli? Con i milioni di persone esposte a cataclismi climatici sempre più aspri?

Cose reali, fatti veri

Sono tutte cose che stanno avvenendo, di cui sarebbe interessante discutere, su cui tutti ma proprio tutti, a cominciare da chi fa informazione, dovrebbe farsi un’opinione educata. Fatti che richiedono soluzioni. Proviamo a trovarle sul serio o andiamo avanti a insultarci a vicenda mentre ci cadono in testa le montagne (Courmayeur mi pare non sia nell’Artico).

Con me oppure contro di me, oltre ad essere ormai una forma molto noiosa di comunicazione, rivela spesso la stupidità di chi se ne fa portatore. Citando H.G. Wells, “La storia del genere umano diventa sempre più una gara fra l’istruzione e la catastrofe”. Non so quanto la catastrofe sia vicina, ma se posso contribuire ad allontanarla anche solo un pochino, ci provo. Astenersi perditempo.

Maris Davis Twitter Instagram Pinterest YouTube flickr Linkedin Negozio on line Maris Davis

Nigeria, il paese con il piĂ¹ alto numero di persone scomparse. Secondo la Croce Rossa 22mila

La Nigeria è il Paese con il maggior numero di persone date per disperse al mondo. Sono quasi 22.000 i nigeriani scomparsi a causa di conflitti interni. Per la maggior parte si tratta di minori, portati via alle loro famiglie dall’inizio dell’insurrezione dei Boko Haram. La denuncia è stata fatta dal Comitato della Croce Rossa Internazionale e, secondo un portavoce dell’organizazione, potrebbero essere molti di più.

Sembra inverosimile che un numero così elevato di nigeriani sia sparito senza lasciare traccia e oltre la metà tra questi sono bambini. Molti di loro sono stati rapiti da miliziani Boko Haram. Altri potrebbero essersi persi durante la fuga dalle violenze.

Dal 2009 ad oggi sono morte oltre ventisettemila persone, oltre 2,7 milioni hanno dovuto lasciare le loro case a causa di Boko Haram. I sequestri sono frequenti e il denaro che viene chiesto per il riscatto serve per il finanziamento delle operazioni criminali. Altre volte gli ostaggi vengono rilasciati in cambio della liberazione di miliziani catturati e arrestati dalle autorità nigeriane. Ma di molti, moltissimi non si sa più nulla.

Secondo il rapporto di Human Rights Watch del 10 settembre, le autorità nigeriane, nel loro intento di contrastare i jhadisti, in questi anni avrebbero arrestato un elevato numero persone sospettate di appartenere al gruppo armato, molti tra questi minori. A tutt’oggi bambini e adolescenti sono trattenuti nelle squallide galere militari del Paese e spesso i parenti non hanno più avuto loro notizie.

Nella relazione HRW ha sottolineato che dal 2013 almeno 3.600 minori sarebbero stati arrestati, tra loro anche 1.600 ragazze, accusate di essere complici di Boko Haram. Le poverette sono state costrette a sposarsi con miliziani eppure sono state fermate dai militari con i figli avuti dai loro aguzzini.

HRW (Human Right Watch) ha intervistato diversi minori. Un bambino che al momento dell’arresto aveva solamente 5 anni, ha riferito che è stato portato in galera insieme ai genitori e che nella sua cella c’erano parecchi altri coetanei soli, senza parenti. Un bimbo di 7 anni è rimasto in galera per oltre due anni, imputato di aver venduto yam (un tubero molto apprezzato nella cucina nigerina) ai terroristi. Altri due piccoli sono stati accusati di far parte del sanguinario gruppo terroristico solo perché erano fuggiti dal loro villaggio distrutto in ritardo rispetto alla maggior parte degli abitanti.

Anche tante ragazze rapite, quando riescono a scappare, spesso vengono arrestate dalle forze armate, invece di essere restituite alle proprie famiglie. In queste galere ci sono molte vittime dei jihadisti, eppure frequentemente le autorità le considerano loro complici.

In Nigeria si consumano anche altri conflitti. Scontri etnici e violenze tra pastori semi-nomadi Fulani (di religione musulmana) e agricoltori, per lo più cristiani, flagellano da anni il centro della ex colonia britannica. Gli Stati più colpiti da questa faida sono: Benue, Taraba, Nasarawa e Plateau.

Africa ExPress

Nigeria. “Fabbrica di bambini”, donne violentate per vendere i loro figli

La polizia nigeriana ha liberato 19 ragazze e donne tra i 15 e i 28 anni da alcune abitazioni di Lagos definite 'fabbriche di bambini', dove venivano messe incinte e fatte partorire da un'organizzazione che poi vendeva i neonati. Quattro dei piccoli sono stati presi in consegna dagli agenti, mentre due donne che lavoravano in questi centri come infermiere abusive sono state arrestate, ha aggiunto la polizia, citata dalla Bbc online.

Non è questa la prima vota che vengono scoperte 'fabbriche di bambini' in Nigeria, Paese che è la prima economia africana ma dove la povertà è diffusa, così come il traffico di esseri umani. Lo scorso anno in un altro raid simile furono liberati 160 bambini.

La polizia ha detto che i neonati venivano venduti a 1.400 dollari l'uno se maschi e 830 dollari se femmine. Non è stato precisato se gli acquirenti fossero della Nigeria stessa o di altri Paesi.

News dall'Africa

Nigeria. L’esercito stupra le vittime di Boko Haram

Rapporto Amnesty International. Per contrastare i terroristi Boko Haram nel nordest, l’esercito nigeriano ha fatto terra bruciata, costringendo le popolazioni dei villaggi in appositi campi e nel centro di detenzione militare di Giwa. Dove, documenta l’organizzazione internazionale,  migliaia di donne, molte delle quali già schiavizzate dai jihadisti, hanno subito violenze sistematiche. Sotto accusa i militari e una milizia alleata.

Nigeria, L'esercito stupra le vittime di Boko Haram.

Sopravvissute alle violenze di Boko Haram, ma non per questo al sicuro. In un rapporto pubblicato qualche giorno fa, dal titolo “Ci hanno tradite”, Amnesty International ha denunciato le violenze sistematiche subite da migliaia di donne nigeriane tra il 2015 e il 2016, e in alcuni casi ancora in atto, nei diversi campi in cui erano rifugiate. Nel report si legge che tali crimini sono stati commessi dall’esercito nigeriano e dalla milizia alleata, Task force civile congiunta (Jtf).

Tra la metà del 2015 è la metà del 2016 una serie di operazioni militari dell’esercito nigeriano nello stato di Borno, nordest della Nigeria, ha portato alla riconquista di diversi territori che il gruppo terroristico Boko Haram, fondato nel 2002 da Muhammed Yusuf, aveva occupato a partire dal 2014. In seguito a tali azioni militari migliaia di persone che vivevano in zone rurali vicine sono state costrette a spostarsi nei cosiddetti “campi satellite”, ovvero aree destinate agli sfollati interni istituite dall’esercito nigeriano nelle zone strappate a Boko Haram.

Queste ricollocazioni sono avvenute spesso con l’utilizzo della forza, e in diversi casi le donne sono state divise dai mariti, confinate nei campi satellite e lì costrette a subire violenze e stupri in cambio di cibo. Numerosi anche i casi in cui donne, una volta schiave di Boko Haram, sono state liberate e successivamente imprigionate in centri di detenzione con l’accusa di aver avuto dei legami con il gruppo estremista, e di conseguenza etichettate come «vedove di Boko Haram»

Amnesty documenta questa situazione attraverso foto, video e oltre 250 interviste fatte tra campi per profughi interni e centri di detenzione tra cui la base militare di Giwa, la principale struttura militare di detenzione nello stato di Borno.

Schema consolidato

Così Amnesty è riuscita a ricostruire uno schema seguito dall’esercito nigeriano e dalla Jtf. Nella maggior parte dei casi, i villaggi sono fatti evacuare come azione preventiva nei confronti di possibili attacchi da parte di Boko Haram, diversi anche i casi in cui l’esercito è ricorso ad evacuazioni forzate radendo al suolo o incendiando i villaggi, come documentato da alcune immagini satellitari.

Dopo l’evacuazione gli abitanti dei villaggi sono sottoposti a interrogatorio per accertare possibili legami con il gruppo terroristico. Nella maggior parte dei casi le donne sono separate dai mariti, i quali vengono trasferiti nei centri di detenzione militare senza alcuna accusa e lì picchiati e tenuti in prigionia. Soprattutto nelle città di Bama e Banki, Amnesty ha documentato uno schema d’azione che consiste nella separazione dal resto dei rifugiati della maggior parte degli uomini in età da combattimento (dai 14 e ai 40 anni), confinandoli nella struttura di detenzione militare di Giwa.

Questa sorte riguarderebbe centinaia se non migliaia di uomini, vittime di violenze sommarie. Diverse donne intervistate hanno raccontato di non aver avuto più informazioni sul marito una volta imprigionato. Questa separazione forzata costringe le donne a badare da sole alla famiglia e le espone alle violenze dell’esercito e della milizia.

Decine di donne hanno raccontato di essere state stuprate nei campi satellite da soldati e miliziani della Jtf e di essere state ridotte alla fame per diventare le loro “fidanzate”, ossia essere disponibili a rapporti sessuali a ogni evenienza.

Cinque donne hanno riferito ad Amnesty International di essere state stuprate tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016 nel campo Ospedale di Bama. Una di loro, 20 anni: «Ti davano da mangiare di giorno, poi a sera venivano a prenderti. Un giorno un miliziano mi ha portato il cibo e il giorno dopo mi ha invitato ad andare a fare rifornimento d’acqua da lui. Arrivati nel suo alloggiamento, mi ha stuprata. Poi mi ha detto che se volevo viveri avrei dovuto essere sua moglie». Lo sfruttamento sessuale continua ancora adesso, agevolato da un clima di paura. «È scioccante costatare che persone che hanno sofferto tanto a causa di Boko Haram debbano subire altri abusi», ha dichiarato Osai Ojigho, direttrice di Amnesty International Nigeria.

Governo immobile

Nell’agosto 2017 il vicepresidente nigeriano Yemi Osinbajo ha istituito una commissione d’indagine per esaminare la situazione. Molte donne hanno testimoniato dinanzi alla commissione, che nel febbraio 2018 ha trasmesso il rapporto finale al presidente Muhammadu Buhari. Ora il presidente, che spesso ha dichiarato il suo impegno in difesa dei diritti umani, è chiamato a porre fine all’impunità di esercito e milizia.

Anche Amnesty International ha trasmesso le sue conclusioni alle autorità nigeriane, ma finora non ha ricevuto alcuna risposta. Nel frattempo, il ministero della difesa ha accusato Amnesty International di voler destabilizzare il paese e ha esortato «tutti i cittadini rispettosi della legge a continuare a fidarsi e sostenere l’esercito nella guerra in corso contro Boko Haram»

La lotta contro Boko haram ha causato oltre 2,7 milioni di sfollati e migliaia di morti. Nonostante il governo continui a propagandare la sconfitta imminente del gruppo terroristico, il rapporto di Amnesty dimostra che ancora molto rimane da fare per garantire la sicurezza nel nordest del paese.

Cargo e barconi, così la mafia nigeriana si rafforza in Europa

Diverse operazioni delle unità investigative venete hanno dimostrato quello che, ormai da anni, è un fenomeno criminoso diffuso in modo capillare, traffico di droga e di esseri umani, oltre a sfruttamento della prostituzione, sono le attività della "piovra nera" che a Verona ha una delle sue roccaforti.

Verona, una delle roccaforti della Mafia Nigeriana in Italia

A inizio estate erano stati fermati in stazione a Vicenza una decina di nigeriani. Avevano 15 chili di marijuana e in tasca una richiesta di asilo. Destinazione della droga una tra le tante insopettabili basi di spaccio in città. Provenienza ignota, forse la vicina Verona, la roccaforte della cult Eiye, che ha il controllo del Veneto.

La piovra nera

Solo un mese fa l'ultimo colpo assestato alla mafia nigeriana in una più ampia operazione coordinata dalla procura di Torino che ha visto l'arresto di una trentina di affiliati in diverse città del nord e del centro Italia. In quella operazione a Verona furono arrestati due "capi" del clan dei Maphite.

Ma, come sanno gli inquirenti, si tratta di una piccola goccia nel vasto mare criminale che è sotto il controllo di questa organizzazione altamente verticistica, violenta e senza scrupoli, che negli ultimi 30 anni si è andata sempre più rafforzando in alcuni paesi europei (ma anche oltre oceano), Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Belgio, e ovviamente l'Italia.

Le mani dei boss, che risiedono nei Paesi d'origine, quindi Nigeria, Benin e Ghana, gestiscono miliardi di euro, frutto del traffico di droga e di esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione.

A Vicenza

Il capoluogo berico non è tra le città venete a più alta infiltrazione, che in Veneto si possono identificare in Verona, Padova e Venezia ma, rileggendo le cronache degli ultimi 10 anni, non può non saltare agli occhi come la perecentuale di arresti e fermi tra la comunità nigeriana residente in città sia un dato di fatto importante.

Da quando emerge, la presenza della mafia nigeriana a Vicenza, è legata ai gradini più bassi della struttura, dove il "criminale" è spesso anche "vittima".

Dal barcone alle bici

I piccoli spacciatori nigeriani vengono spesso assoldati nei centri di accoglienza, la mafia del loro paese sembra quasi essere l'unica certezza in terra straniera. L'arruolamento può avvenire anche nei cosiddetti "lager libici" dove numerosi testimoni hanno riferito che tra i più feroci aguzzini ci sono moltissimi uomini nigeriani, oltre ai miliziani locali. Il "responsabile" smista letteralmente i migranti arrivati in Italia con i barconi nelle varie città della rete e dà loro un contatto sicuro.

Si tratta di una persona già da tempo in Italia, quasi sempre con regolare permesso di soggiorno e "insospettabile" Le ragazze vengono indirizzate alle "mamam" che le hanno fatte arrivare in Italia e saranno sfruttate sessualmente, mentre i ragazzi appena arrivati vengono consegnati ai "boys" o capi-zona e sono destianati a diventari spacciatori o corrieri della droga.

Probabilmente è da un appartenente a quest'ultima tipologia che si stavano recando i due arrestati di due giorni fa alla stazione di Verona. Mentre è solo di qualche settimana fa l'arresto, sempre nel veronese, di un 31enne nigeriano trovato in casa oltre 10 chili di marijuana, sulla quale la mafia nigeriana ha praticamente il monopolio, occupandosi sia della produzione che della spedizione via nave. In questi lindi appartamenti avviene il confezionamento della sostanza e ha il via la micro-rete di pony express in bicicletta nelle diverse città venete.

Woodoo, stupri e sfruttamento della prostituzione

Diverso e assolutamente più drammatico quanto emerge sulla condizione delle donne. Reclutate nei villaggi di origine, oltre a dover subire molteplici violenze sessuali nel calvario fino alla Libia, vengono spesso utilizzate come "ovulatrici" al momento dell'imbarco (oltre alla Nigeria, anche la Libia è punto di partenza della droga), per poi subire lo sfruttamento lungo le strade italiane.

Chi ce la fa può diventare "mamam", e passare da vittima a carnefice, salendo la sanguinosa piramide criminale della piovra nera. A Vicenza ne fu arrestata una, con altri sodali, ma, nonostante gli sforzi investigativi dei carabinieri, il giudice non li condannò per associazione mafiosa.

Tutti sono tenuti sotto lo strettissimo controllo dei vertici dell'organizzazione tramite l'attuazione di violente pratiche che si ispirano al woodoo e con minacce reali di ritorsioni nei confronti dei familiari rimasti in patria. Questo aspetto, emerso in numerosi rapporti investigativi europei, è stato confermato dalle drammatiche testimonianze dei primi pentiti.

Gli accordi

Una simile infiltrazione in un territorio come quello italiano dove la criminalità organizzata è tradizionalmente autoctona non può che essere spiegata con dei veri e propri accordi commerciali con l'organizzazione che comanda nelle aree dove la mafia nigeriana vuole fare affari. Rimanendo nel vicentino e nel veronese, la controparte non può che essere stata la 'ndrangheta, responsabile del traffico di droga nel Veneto nord-occidentale ma, ad oggi, questa sfera resta ancora avvolta nel buio.

Il nuovo governo c’è

Le
pillole di
Maris Davis

Il
nuovo governo c’è

E nel nuovo
governo è presente il rosso, il rosso della sinistra, il
rosso della fraternità e dell’uguaglianza, il rosso della
tolleranza, il rosso dell’Amore. Sono felice.

La
democrazia
, il
coraggio
, la
visione
di un mondo migliore
hanno cacciato i “razzisti, gli
spregiudicati e
gli arroganti dai posti di potere. Se ne sono andati quelli del Family
Day
, quelli che volevano la donna umiliata e sottomessa. Sono felice.

Se
ne vanno quelli che

hanno fatto
politica dalle spiagge
piuttosto che dai ministeri di cui
erano
responsabili, se ne
vanno quelli che
per
più di un anno
hanno usato arerei di stato per fare campagna elettorale
, se ne vanno
quelli che
postano
video pieni di odio sui social ogni giorno
, se ne
vanno quelli dei porti chiusi
, quelli che multano chi salva
vite in
mare
, quelli
che hanno voluto smantellare tutta la rete
dell’integrazione
, della protezione sociale e
dell’accoglienza. Sono
felice
.

Persone
lungimiranti
, con una visione
alta della politica, persone disposte a rischiare si apprestano a
guidare un grande popolo, quello italiano, per ridargli quella
dignità internazionale che stava perdendo. Sono felice.

La
Politica
, quella
visionaria e alta
,
quella bella che si mette a disposizione di tutti e non fa solo gli
interessi di parte ha preso in mano la guida dell’Italia che amo.
Grazie.

Il
cammino sulla strada di un mondo
migliore è iniziato
. So che non sarà
facile, ma
so che difficoltà e minacce saranno superate in nome di
quella speranza e di quella visione che merita un grande paese come
l’Italia.

Un grande abbraccio a tutti. Sono
felice
.

(Maris)

Dalla prostituzione al traffico di organi. Si allarga il business della Mafia Nigeriana

Un falso contratto di lavoro a Dubai dietro al quale si nasconde il commercio peggiore. Ecco come le ragazze già costrette a vendersi in italia vengono ingannate di nuovo. Con il sogno di sottrarsi al marciapiede.

Dalla prostituzione al traffico di organi, Si allarga il business della Mafia Nigeriana

Le ragazze nigeriane sono l’80 per cento delle vittime dello sfruttamento sessuale in Italia, fenomeno che interessa in totale tra le 30 e le 50 mila donne. E il decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini rende più vulnerabile chi è arrivata negli anni scorsi, in particolare le vittime di tratta. Mentre si fanno largo fenomeni di sfruttamento nello sfruttamento. sempre più difficili da combattere e segnali allarmanti di come il fenomeno stia cambiando, in peggio. Ad esempio, ormai ci sono tratte dentro la tratta: donne ingannate più volte, passate di paese in paese, scomparse e spesso uccise: circa 500 in Italia negli ultimi 20 anni.

Quello che accade dentro la rete fittissima e autoreferenziale che è la comunità nigeriana, in cui i legami sono una protezione ma anche una trappola, in cui tutti conoscono tutti e se un destino è deciso nessuno tenta di cambiarlo, a volte emerge grazie a donne coraggiose come Isoke, Maris Davis, Grace, Nadine, Blessing e tante altre che hanno visto la neve per la prima volta in Italia più di venti anni fa. Oggi come allora le cose NON sono cambiate, poco hanno fatto le istituzioni per contrastare il fenomeno, tanto ha fatto la mafia nigeriana che ha affinato le armi e si è intrufolata nel territorio italiano in modo ancora più capillare. Rispetto a 20 anni fa, ai tempi di Isoke, Maris Davis, Grace, Nadine, le cose sono peggiorate.

Appena arrivate, accanto al fuoco, semi svestite, non si capacitavano di essere cadute nella trappola della tratta. Ribellarsi è costato molto, pestaggi, tentativi di essere uccise e per Maris Davis anche un rapimento cruento che l'ha portata in Spagna dove è rimasta segregata per 4 anni, come racconta lei stessa nel libro "Parlo di me"

«Come siete arrivate qui, possono ingannarvi ancora e portarvi altrove, non accettate nulla», ripetono a tutte. Perché il destino può essere ancora peggiore della schiavitù e della prostituzione: e si chiama traffico di organi.

Per le donne vittime di tratta le cose sono peggiorate ancora di più con l'entrata in vigore dei due decreti sicurezza voluti da Salvini. È stata smantellata tutta quella rete di protezione sociale così faticosamente costruita negli anni. Un colpo al Cuore per tutte quelle ragazze nigeriane che con fatica e tanta sofferenza avevano denunciato i loro aguzzini e che ora rischiano di ritornare dentro al vortice della schiavitù sessuale.

Il trucco dei falsi fidanzati

«A Verona una ragazza nigeriana ci ha mostrato un contratto di assunzione per un lavoro a Dubai, ottenuto tramite il fidanzato. Un contratto come quello non ti fa dubitare, ci credi sempre». Dietro però, spesso, si nasconde il traffico peggiore: quando si ricevono queste opportunità allettanti, addirittura con contratto firmato, c’è dietro una rete criminale transnazionale attiva da tempo, ma che negli ultimi cinque anni è emersa con forza: «Questi falsi fidanzati conquistano la loro fiducia, dicono alla ragazza “tu sei sveglia, cosa fai qui in attesa, c’è questa possibilità»

Arriva il contratto e le giovani donne vengono spedite nel Golfo, di solito a Dubai, Gibuti ed Emirati. Ai “fidanzati”, contemporaneamente, arrivano i soldi tramite money transfer o su carte ricaricabili. «Delle ragazze poi non si sa più nulla», dietro c'è il racket del traffico di organi: «In quei paesi operano medici cinesi, stando a quello che ci hanno detto, non arabi. Magari loro fanno i broker, ma chi fa le operazioni è asiatico». Il fenomeno delle sparizioni e in generale della tratta, riguarda anche i minori.

«Qualche anno fa collaborai con i Carabinieri del Ros all'indagine per il ritrovamento di un bambino africano nel Tamigi, a Londra, privato di tutti gli organi. Non era chiaro se fosse per qualche rito o altro. Con Esther Ekanem, anche lei nigeriana, che da Londra si occupa di tratta di esseri umani, ci siamo subito attivate. Lei stava indagando sulla tratta delle donne sfruttate per fare figli destinati alla vendita, alle adozioni illegali, ma non si nasconde che i bambini servano per più scopi»

Joseph Chidiebere Osuigwe, avvocato e direttore del Devatop Centre for Africa Development in Nigeria, conferma che la mafia nigeriana ha ormai un ruolo di primo piano in questo traffico, annidato dentro la tratta tradizionale per lo sfruttamento sessuale o lavorativo che dalla Nigeria, anche attraverso il Mediterraneo, si indirizza verso tre continenti.

È un commercio fiorente perché raddoppia il guadagno del trafficante che costringe le vittime, donne, giovani e capifamiglia attratti da un lavoro all'estero, a vendere un organo per saldare il proprio debito: pagano lui con la vendita di un rene, il quale poi riceve soldi anche dal broker. «Le vittime, al netto dei casi di rapimento o convinte da qualcuno di necessitare di un’operazione, vendono a partire da 1.500 dollari, ignare dei 50 mila che guadagna l’organizzazione e dei 128.500 di base che i ricchi pazienti danno alle gang per un rene»

«Questo commercio in Nigeria è tra le forme allargate di sfruttamento degli ultimi dieci anni, insieme a schiavitù domestica, matrimoni forzati, traffico di minori attraverso gli orfanotrofi o il lavoro di apprendistato, i bambini soldato, il traffico per scopi rituali. Siamo a conoscenza di casi avvenuti in India, Malesia e Dubai che coinvolgono cittadini nigeriani, la mia organizzazione ha ricevuto due segnalazioni di rimozione illegale di organi di due nigeriani in India», spiega Osuigwe.

Doppio inganno

L’eventualità che la tratta finalizzata al traffico d’organi coinvolga anche l’Italia non è, allo stato, suffragata da prove giudiziarie. Don Carmine Schiavone, direttore della Caritas diocesana di Aversa e referente regionale Caritas per l’immigrazione, ha rilasciato però un’intervista al sito Vatican News dicendo che «una delle ragazze a ottobre scorso ha cominciato a raccontare di questo commercio, rivelando che alcuni amici suoi, per arrivare in Italia, hanno dovuto dare un rene, alcuni la cornea»

Sotto osservazione poi è il litorale di Castel Volturno, dove sono noti i rapporti tra la mafia nigeriana e la camorra. Va detto però che difficilmente può svilupparsi un traffico d’organi “interno” al nostro Paese: per un trapianto servono strutture ospedaliere complici e molto vicine al luogo in cui l’organo viene espiantato. Il problema, da noi, sono invece le ragazze nigeriane già in Italia che per sottrarsi alla prostituzione accettano le improbabili “offerte di lavoro” in Paesi dove il traffico d’organi non è una leggenda metropolitana ma è stato provato, come appunto l’India e i Paesi del Golfo. Ingannate una volta per farle venire in Italia e una seconda volta per portarle via dal nostro Paese, verso un destino ancora peggiore.

Nel 2018 sono arrivati in Italia solo 1.250 migranti nigeriani, ma aumentano gli adescamenti di chi è già presente da tempo in Europa. Mentre la crescente instabilità libica e la politica dei “porti chiusi” hanno trasformato le rotte: si rafforza quella Nigeria-Mali-Spagna mentre è storico il legame diretto tra la Nigeria e i Paesi del Golfo Persico.

«Nel 2014 sono arrivate in Italia circa 2.400 ragazze. 5.600 nel 2015 e nel 2016 erano 11 mila», spiega Anna Pozzi, giornalista e studiosa esperta di tratta. Col tempo è diminuita l’età delle ragazze, minorenni che spesso non si dichiaravano tali per evitare di essere inserite in strutture protette, con scolarità bassa se non analfabete.

Secondo il rapporto di ActionAid pubblicato ad aprile sulla base di 60 verbali di vittime di tratta presentati presso la Commissione territoriale di Roma tra il 2016 e il 2017, il decreto Sicurezza colpirebbe soprattutto loro: stabilendo il rigetto della richiesta di asilo avanzata da chi ha in esecuzione già un provvedimento di espulsione, queste non hanno la possibilità di presentare nuove richieste e non c’è il tempo di indagare sulle loro storie di sfruttamento.

Il decreto inoltre non solo abroga il permesso di soggiorno per motivi umanitari prima concesso anche in ragione delle violenze subìte nei Paesi di transito, ma i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione umanitaria non accedono più al sistema ex Sprar (ora solo per titolari di status di rifugiato o protezione sussidiaria e minori non accompagnati) ma ai Centri ordinari, Cas e Cara: affollati, privi di personale qualificato e programmi di inclusione. L’eliminazione dell’obbligo di denuncia da parte della vittima di tratta per ottenere il permesso di soggiorno depotenzia anche l’articolo 18 del Testo Unico sull'Immigrazione che prima le tutelava.

L'incrocio con la religione

Una sera scaricano Gioia da un’auto davanti alla porta della Caritas di Aversa. La accolgono, non ha documenti, non parla. Se la ricordano a fissare il muro, con le braccia appoggiate su un tavolo per interi pomeriggi. «Quando ha ricominciato a parlare abbiamo capito che era molto confusa. Aveva bisogno di un supporto psicologico importante. Ovunque mi incrociasse, voleva per forza una benedizione», dice don Carmine Schiavone. Con suor Rita Giarretta delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria, fondatrice di Casa Rut, Schiavone svolge la sua pastorale in una delle «periferie del mondo»: la strada. «Un giorno ha detto di aver conosciuto un pastore, un reverendo: aveva un numero che chiamava in continuazione perché adesso poteva stare finalmente bene, diceva. Una mattina è uscita e nessuno l’ha più vista»

I sedicenti “pastori” religiosi sono tra le più insidiose pedine della tratta. Alcuni sfruttano direttamente ragazze e ragazzi, altri li mettono in mano ai trafficanti. Case di preghiera delle Chiese pentecostali africane sono presenti sul litorale Domizio e a Castel Volturno, l’enclave dei clan mafiosi nigeriani che gestiscono, dentro una comunità di 25 mila nigeriani e ghanesi, arrivi, traffico di droga e prostituzione.

Certi leader spirituali organizzano momenti di preghiera per la “liberazione”. I migranti raccontano che non ottenere il permesso di soggiorno è un maleficio e loro si offrono di toglierlo a pagamento. «Ce n’è uno considerato potente e allora, quando arriva, molti nigeriani si riversano lì anche da altre parti di’Italia. Vende braccialetti con la scritta Holy ghost fire», spiega Blessing Okoedion nel libro in cui racconta la sua storia.

L’intreccio tra religione cristiana, business e il rito ju-ju, che lega le ragazze ai propri sfruttatori, è un capitolo anche della sua storia personale. «Alice è stata molto furba, mi ha ingannata facendosi passare per una donna di Chiesa. Faceva di tutto per mostrarsi molto pia e devota ma non si è fatta scrupolo a raggirarmi e trafficarmi»

Blessing ha 33 anni ed ha appena superato l’esame di maturità in Italia: «Ho preso 64», racconta. Laureata in informatica, assembla e ripara computer a Benin City quando incontra una donna che le propone di trasferirsi a Napoli per lavorare nel nuovo negozio del fratello. Quando arriva a Castel Volturno però si ritrova una “mamam” che le spiega di accettare anche 15, 10 euro e di non rifiutare nessuno. Era il marzo 2013. Oggi lavora come interprete e mediatrice culturale e la sua nuova vita la deve alla Polizia e a Casa Rut, che negli anni di ragazze ne ha accolte 500, più 80 bambini.

Alcune lavorano nella cooperativa NewHope: accessori fatti con stoffe africane e negozio nella più bella via di Caserta, perché «la dignità si restituisce con la bellezza. Non le facciamo sentire delle bisognose, ma persone in grado di farsi valere per quello che sono, che pensano con la propria testa» dice suor Rita.

«Si tollerano le ragazze anche in zone centrali», dice don Carmine. «Lo stiamo notando anche dalla geografia delle abitazioni da cui partono e rientrano». La Caritas di Caserta le va a trovare in strada. Alle 20 parte l’auto con lui in tonaca e i volontari. Si chiede il permesso prima di scendere, e se c’è, ci si stringe la mano, sono festose. «Chiedo di potermi sedere con loro, poi iniziamo a parlare bevendo cioccolata o il tè caldo che abbiamo portato, o regaliamo loro una rosa». Solo dopo varie visite escono le loro storie. L’importante è non essere invadenti, non chiedere, meritare la loro fiducia. «Parlando, emerge che vivono in condizioni pietose. Poi arriva la telefonata di chi le controlla», racconta don Carmine. Quando qualche auto passa con insistenza vuol dire che il tempo è scaduto: si prega tutti insieme, benedizione e si risale in auto. Certe sere le ragazze sono più felici di altre: «Stasera gioca il Napoli». Vuol dire che per strada i clienti saranno pochissimi.

Le "Cose Nostre"

Ha la forma di una sirena, uno specchio in mano, i capelli lunghi, indossa perle e pettini preziosi. Mami Wata è una divinità recente, le organizzazioni criminali fanno giurare le ragazze su di lei, è creata per invocare e giustificare la ricerca sfrenata di benessere. Gli africani vogliono somigliare nello stile di vita all'Europa. E per raggiungerlo, fanno soldi con tutto, hanno perduto i loro valori antichi.

Le radici culturali della vendita di esseri umani parte proprio da questo concetto, fare soldi ad ogni costo senza guardare in faccia nessuno, nemmeno una figlia, una sorella, un'amica.

Abbiamo ricevuto minacce di morte per le indagini sui "fidanzati" dalla stessa comunità nigeriana: «Le cose nostre devono rimanere tra noi», hanno detto. «Donne e minori sono mercificati da genitori, familiari e persino leader della comunità e questo ha autorizzato la società a ignorare i loro diritti fondamentali. Questo è pericoloso per il benessere delle donne in qualsiasi Paese», spiega Joseph Chidiebere Osuigwe, che ha ideato e lanciato Talkam, un’app con cui si può segnalare ogni tipo di violazione dei diritti umani.

A inizio anno è stata resa nota l’esistenza di uno scambio di informazioni tra Fbi e Polizia italiana, i cui investigatori sono esperti delle modalità criminali e della ramificazione in Italia e in Europa dei clan mafiosi nigeriani. Per Osuigwe «è importante lo scambio di informazioni. La condanna di queste mafie dovrebbe comprendere anche la destinazione delle loro ricchezze alla cura dei sopravvissuti»

La maggioranza delle “sopravvissute” in Italia, si trova in carcere, o nel “sommerso”. La speranza arriva dalla seconda e terza generazione: «Non ha nulla a che vedere con questo fenomeno, bisogna valorizzarle, dare loro opportunità, altrimenti si innesca lo stesso meccanismo. Da troppo tempo gli africani pensano che si possa fare soldi con tutto. Cosa possono fare di più che vendere le proprie sorelle?»

Ricapitolando

Le
pillole di
Maris Davis

Ricapitolando

C’è
un tale senza alcun senso dello Stato
, un tipo tosto, duro
e puro, che guarda in continuazione i sondaggi. Si accorge
di essere provvisoriamente “primo“.
E allora decide
di approfittare
, per
lui è arrivata l’ora di “tradire” i suoi compagni di viaggio

Quel
tale
, tosto,
duro e puro,
è un razzista,
uno che se ne frega di quelli come me che arrivano da un altro mondo. E
dopo aver tradito pensa di fare in fretta, sbattersi della gente,
fregarsene della situazione italiana, dei rischi. Ăˆ agosto,
tutti sono in ferie, l’attenzione del popolo è bassa, e lui
vuole approfittarsene.

Ma il suo “blitz” FALLISCE, non ha fatto i conti con la
Costituzione
, si è dimenticato che l’Italia
è una Repubblica Parlamentare.

A
questo punto il razzista traditore si sente isolato
, tutti
lo evitano, il potere che aveva conquistato e che gli dava alla testa
sta per sfuggirgli di mano, e così inizia a vomitare
atrocità e blasfemìe contro i suoi nemici di
sempre, ma è comunque disposto ad inginocchiarsi chiedendo perdono
davanti agli ex-amici che ha appena tradito.

Uomini
così
, non
sono uomini
.. sono solo “teste di cazzo” che
con il potere tra le mani si sentono “Dei
e pur di conquistarlo sono disposti a tradire, a strisciare.

Io credo che le “teste di cazzo“, i
traditori, gli ipocriti, quelli che giurano sul Vangelo senza averlo
letto, vadano solo schiacciati, esattamente come si schiacciano gli
insetti fastidiosi che vorrebbero il nostro sangue.

Al
momento non so come
andrĂ  a finire
, non so se davvero i
Cinque Stelle finalmente
matureranno
, è tutta gente con idee diverse tra
di loro che
in comune hanno la rabbia contro il sistema. Nell’ultimo anno
perĂ² il “sistema
erano loro e alla prova dei fatti si sono
dimostrati immaturi, a volte troppo accondiscendenti al volere di quei
compagni di viaggio che alla fine li hanno traditi. Non li amo
particolarmente
, spero
solo che in loro prevalga il senso dello Stato
,
la voglia di fare del
bene all’Italia
.

Io
non so come andrĂ  finire
,
spero solo che le
istituzioni
, l’Italia, NON
siano mai piĂ¹
rappresentata da quel tale
, tosto, duro e puro. Spero solo che le
istituzioni non siano MAI piĂ¹ rappresentate
da quel razzista senza
alcun senso dello Stato
.

Se non fosse tragicamente vero

Le pillole di Maris Davis

Se non fosse tragicamente vero

Open Arms. Se non fosse tragicamente vero si potrebbe anche scherzarci su. Ma purtroppo è tutto tragicamente vero e reale.

È il classico esempio di come un ministro a mezzo servizio, che trasuda razzismo e odio da ogni millimetro della sua puzzolente pelle, metta la "politica" al di sopra di vite umane, vite sofferenti, vite che hanno subito torture, vite che sono state stuprate.

Mi chiedo come l'uomo possa cadere così in basso, magari solo per una questione di principio.

Non solo lui, in verità, c'è la magistratura che non interviene, ma forse è anche lei manipolata. C'è il Presidente del Consiglio che, anche se prossimo alle dimissioni, potrebbe intervenire d'autorità.

C'è l'Europa che non c'è, ridicolo che per ogni sbarco si debba "trattare". Alcuni paesi hanno offerto di accogliere i migranti di quella nave, ma vogliono che sia l'Italia il paese di "primo approdo", e noi sappiamo perché.

E poi c'è la Spagna, oggi offre un "porto sicuro". Ma noi sappiamo che altri 5 giorni di navigazione sarebbero insopportabili per gente che è già allo stremo. Sarebbe stata una cosa fattibile forse 12 giorni fa quando la città di Barcellona offrì il suo porto alla Open Arms, ma allora il governo spagnolo non agì.

Insomma, sembra che tutti abbiano paura di agire, ma paura di chi e di che cosa ??

Forse paura di Salvini ?? Uno che ce l'ha duro e puro. In realtà solo un razzista a mezzo servizio, che ancora NON si è dimesso per paura di perdere la poltrona. Il classico tipo di uomo forte con i deboli, ma inutile e dimesso con i forti, con i veri criminali.

Non ci resta che una brutta figura, una pessima figura di tutti, ma soprattutto dell'Italia, di fronte al Mondo.

Non ci resta che constatare che siamo di fronte ad una palese Violazione dei Diritti Umani, cose da Corte Penale Internazionale, e non banalità che la magistratura italiana stenta a vedere, indecisa se aprire "fascicoli" inutili oppure no.

Buona sera pecore, fate sogni d'oro o voi che vi vantate di avere il crocifisso in tasca e che avete il coraggio di giurare sul Vangelo, un libro che NON avete mai letto.

(Maris, io sono e nessuno sarà mai come me)

Ferragosto, va in onda tutto il tragico repertorio salviniano

Le pillole di Maris Davis

Ferragosto, va in onda tutto il tragico repertorio salviniano

Ieri, giorno di Ferragosto, è andato in onda tutto il tragico repertorio "salviniano"

È bastata un'unica giornata di festa perché Matteo Salvini, ormai un ministro dell'Interno a mezzo servizio dopo la "sfiducia" al suo stesso governo, per dimostrare al mondo intero quanto sia razzista, crudele e cattivo. Un vero e proprio seminatore di odio.

Non è bastata la lettera del premier Conte, non sono bastate le mancate firme dei due ministri (difesa e infrastrutture) per rendere operativa la sua nuova direttiva per impedire a Open Arms di entrare in acque territoriali italiane (nonostante la sentenza del Tar del Lazio).

No, lui è un duro e puro, e continua a vietare lo sbarco dei circa 150 migranti ormai da una ventina di giorni su quella nave. E perfino rilancia, contro la decisione del Tar vuole presentare ricorso alla Corte Suprema.

A lui, il ministro razzista, non gliene frega niente se quelle povere persone sono state torturate, se sono state stuprate ripetutamente, se hanno ormai raggiunto il limite del sopportabile. Li tratta come se fossero criminali, anzi peggio, perché i criminali veri vengono trattati molto meglio, in fondo l'Italia è un paese civile.

Ma quei poveri cristi NON hanno diritti, secondo il Salvini duro e puro. Che schifo

E come se non bastasse, Salvini sembra essersi pentito di aver chiesto la "sfiducia" al suo premier. Il "giochino" di velocizzare la crisi sembra non aver funzionato e per di più i 5 stelle adesso pare stiano guardando a sinistra, niente elezioni immediate, con un governo che metterebbe fuori gioco l'ingombrante ministro dell'interno.

E così Salvini tenta la retromarcia pur di non perdere il potere, facendo finta che tutto quello che è accaduto in questi giorni sia solo un "colpo di calore" agostano.

Speriamo solo che i 5 stelle, anche loro in verità attaccati alle poltrone del potere, non caschino nella trappola di un Matteo Salvini ormai alle corde.

Il fatto che, dopo aver presentato la mozione di sfiducia a Conte, la Lega non abbia ritirato dal governo i suoi ministri vorrà pur significare qualcosa. È il palese tentativo di mantenere il potere durante la "transizione" della crisi e magari anche durante la ormai probabile (e auspicata) "campagna elettorale"

Però a me personalmente non dispiacerebbe nemmeno un accordo di legislatura tra 5 stelle, PD e LEU .. In Parlamento la maggioranza ci sarebbe (anche più solida nei numeri di quella attuale), e l'Italia è ancora una Repubblica parlamentare.

Un’Europa Ingrata

Le pillole di Maris Davis

Un'Europa Ingrata

Circa 500 persone, tanti bambini, tante mamme, costrette a trascorrere il Ferragosto in mezzo al mare

Un'Europa ingrata, che dopo aver rubato all'Africa ogni ricchezza e reso schiavi milioni di africani impedisce a noi africani di oggi la ricerca di un mondo migliore.

Cuori e cervelli senza umanità, gentaglia che mette la politica al di sopra delle vite di persone che hanno perso tutto, che sono state torturate, stuprate.

E Salvini, il razzista codardo, che dopo aver tolto la fiducia al suo stesso governo, NON ha neppure il coraggio di dimettersi. Vuole mantenere il potere per impedire a Voi sofferenti in balia delle onde del mare di sbarcare per avere il conforto dell'accoglienza.

Che schifo questo ferragosto, ma tutti i razzisti pagheranno a caro prezzo questa follìa.

Grazie a tutti voi che, nonostante i porti chiusi e le difficoltà, continuate a salvare vite in mare. Date un bacio per me a tutte quelle vite sofferenti che in questi giorni di ferragosto sono con voi sulle vostre straordinarie navi della solidarietà.

Stavo pensando al quel fascista ucciso a Roma

Le pillole di Maris Davis

Stavo pensando al quel fascista ucciso a Roma

Stavo pensando .. a quel fascista ucciso a Roma, ultras laziale, ne stanno parlando come fosse stato un divo del cinema, ed invece era solo un delinquente, implicato in loschi affari di droga e di mafia.

E ho provato "schifo", cose da vomito, quelle immagini mostrate in TV di gente che è andata a rendergli omaggio facendo il "saluto fascista". Ma d'altronde la capitale d'Italia non fa altro che rispecchiarsi anch'essa in quella puzza di razzismo che sta invadendo tutto il "bel paese"

Ci sono pure le discoteche e i locali del divertimento estivo dove non lasciano entrare i neri (vedi Chioggia dove una discoteca è stata chiusa per "razzismo", meno male che ci sono ancora prefetti coraggiosi) o autobus dove ai neri è vietato salire. Insomma stiamo arrivando ad un'apartheid di fatto.

E, stante ai sondaggi, un buon terzo di italiani idioti e senza memoria va ancora dietro al "razzista" per eccellenza che, spavaldo e arrogante come al solito, dichiara che adesso che ha mollato gli inutili cinque stelle vorrebbe prendersi il potere assoluto.

Adesso resta da vedere se i restanti due terzi di italiani a cui un po' di cervello è rimasto in testa vogliono avere un "Duce" al governo, tornare al tempo delle leggi razziali, dei campi di concentramento, della stampa di regime e del carcere per chi osava dissentire. Oppure .. ribellarsi e lottare.

Credo nell'intelligenza degli italiani (ho speranza) .. mentre una nave, la Open Arms, con il suo carico umano a bordo è costretta a vagare fuori dalle acque territoriali italiane perché il razzismo di stato le vieta per l'ennesima volta di entrare in porto per dare conforto a quel carico umano che vorrebbe solo cercare un "Mondo Migliore"