Ciao “fratello” RAZZISTA

di Nawal Soufi

Ciao “fratello” RAZZISTA. Vuoi sapere perché i migranti non vogliono essere riportati in Libia?

Una lettera forte, cruda, in poche parole fotografa la tragedia e la sofferenza dei migranti rinchiusi dei "lager" libici. Un pensiero che ha colpito tutti e per questo sta facendo il giro del web. Una lettera scritta dall’attivista Nawal Soufi che, razzista o no, dovresti leggere anche tu, imparare a memoria e aiutarci a diffondere.

Ciao “fratello” RAZZISTA

Vuoi sapere perchè i migranti non vogliono essere riportati in Libia?

Ok

Ti risponderò con delle domande

Ti è mai capitato di violentare tua madre perché qualcuno ha il fucile puntato contro di te e contro di lei?

Ti è mai capitato di violentare tua sorella e di vedere nascere tuo figlio dalla pancia di tua sorella?

Sai quanti figli di scafisti (e di trafficanti di uomini) abbiamo in Europa?

Cioè, sai quante donne hanno partorito al loro arrivo dei bambini non voluti?

Sai cosa significa mangiare un pezzo di pane in 24 ore e vedere un pezzo di formaggino come fosse oro?

Ti è mai capitato di fare i tuoi bisogni dentro un secchio e davanti agli occhi di centinaia di persone?

Ti è mai capitato di avere le mestruazioni e non poterti lavare per settimane o mesi?

Ti è mai capitato di essere messo all’asta e venduto come uno schiavo nel 2019?

Ti è mai capitato di nutrire tuo figlio con thè zuccherato e spacciarlo per latte?

Ti è mai capitato di essere picchiato a sangue perchè chiedi l’intervento di un medico?

Ti è mai capitato di essere fucilato per colpa di uno sguardo di troppo?

Ti è mai capitato di svegliarti con le urine versate in faccia?

Ti è capitato che qualcuno ti aprisse il corpo con un coltello e mettesse subito dopo del sale per sentire maggiormente le tue urla?

Per tutti questi motivi, caro razzista, ti posso classificare tra i criminali che hanno accettato un secondo Olocausto.

- Nawal Soufi -

Nawal Soufi

Nawal Soufi è una giovane donna siciliana, nata in Marocco e venuta in Italia quando aveva solo un mese. Ha salvato decine di migliaia di persone dalla morte per annegamento. Il suo nome in arabo significa “dono

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