Universiadi 2019. Daisy Osakue, il riscatto d’oro dopo l’aggressione razzista

Universiadi, il trionfo della lanciatrice. Un anno fa a Torino venne colpita da uova e rimase ferita all’occhio dopo un'aggressione razzista.

Daisy Osakue, festeggia con la bandiera italiana dopo la vittoria nel gara del lancio del disco femminile alle Universiadi di Napoli

«Ho fatto tardi per i festeggiamenti e non ho dormito molto: sono rimbambita e forse non troppo lucida nelle risposte ma felice. Vincere il titolo mondiale universitario è bello, vincerlo in Italia e col record personale di più. Se vi va di parlare della mia medaglia lo faccio volentieri, sul passato non voglio tornare, l’ho chiuso in una scatola che non voglio più aprire»

La vittoria

Daisy Osakue è raggiante. Martedì notte al San Paolo di Napoli ha lanciato il disco a 61 metri e 69 centimetri, primato personale, settima misura italiana di sempre, battendo la quotata tedesca Vita e regalando all’Italia il primo oro nell’atletica leggera alle Universiadi. Nella scatola che lei non vuole riaprire, Daisy, 23 anni, nata in Italia da genitori nigeriani, ha chiuso la brutale aggressione subita un anno fa nella sua Moncalieri quando due giovani le lanciarono uova sul volto da un’auto in corsa. Rischiò il distacco della retina.

L'operazione

Operata d’urgenza, Daisy riuscì in pochi giorni a recuperare la vista e a partecipare ai Campionati Europei di Berlino, dove conquistò l’ottavo posto in finale. Identificati, i due aggressori rivelarono un confuso movente a metà tra razzismo e bullismo prodotto dalla noia. Sul caso ci fu l’ennesimo, acceso dibattito politico sui temi dell’immigrazione.

Un anno è passato, il dibattito è ancora allo stesso punto. Daisy invece ne ha fatta di strada. «Sul piano sportivo sono migliorata sia tecnicamente che come potenza di lancio. Le Universiadi contano: si tratta di un piccolo mondiale dove nei lanci il livello tecnico è stato molto alto. Ora mi aspettano il tricolore, la Coppa Europa in Polonia e, a settembre, i miei primi mondiali veri, quelli di Doha».

L’obiettivo è raggiungere Agnese Maffeis, che 23 anni fa ha stabilito il primato italiano e resta l’unica azzurra della storia davanti a lei, con poco meno di due metri di vantaggio, non tanti considerando la giovane età e i margini di progresso di Daisy. Superarla significherebbe dare una scossa a un settore lanci cristallizzato nel secolo scorso.

Il futuro

Ma nella vita di Daisy c’è molto altro. «Il prossimo 15 dicembre mi laureo in Criminologia alla Angelo State University, in Texas. È un sogno di bambina che si realizza. Il percorso scelto è quello della criminalità internazionale con il progetto di trovare lavoro in un’organizzazione come l’Onu. Ma prima di arrivarci mi servono qualche master e moltissima atletica»

Chissà che la Osakue non possa trovare lavoro nelle Fiamme Gialle, il corpo militare che l’ha arruolata nel gruppo atleti. Intanto spazio all’atletica e a quel gruppo di italiani di seconda generazione (circa metà degli azzurri) che sta provando a risollevare le sorti italiane nelle discipline più belle e prestigiose del programma olimpico. «Tutti hanno fretta ma io chiedo pazienza. Stiamo migliorando costantemente, quest’anno a Doha porteremo molti atleti che hanno conseguito il minimo di partecipazione nelle ultime settimane. È una squadra giovane, affiatata, multietnica. Dateci fiducia, non vi deluderemo»

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